Crisopea

Crisopea di Cleopatra (Codex Marcianus graecus 299 fol. 188v)

In alchimia il termine crisopea si riferisce alla trasmutazione dei metalli in oro.[1] Allo stesso modo, indica simbolicamente la creazione della pietra filosofale e con essa la realizzazione della grande opera (magnum opus).

Un termine correlato è argiropeia (ἀργυροποιία , arguropoiia , "produzione dell'argento"), che si riferisce alla produzione artificiale di argento , spesso mediante trasmutazione del rame. Sebbene gli alchimisti perseguissero molti obiettivi diversi, la produzione di oro e argento rimase una delle ambizioni distintive dell'alchimia nel corso della sua storia, da Zosimo di Panopoli (c. 300) a Robert Boyle (1627–1691).

La parola era usata nel titolo di un papiro alchemico, la Crisopoea di Cleopatra l'Alchimista[2], scritto nei primi secoli dell'era cristiana, ritovato per la prima volta su un unico foglio in un manoscritto dell'XI secolo conservato alla nella Biblioteca Marciana a Venezia. Il papiro presenta un uroboro contenente le parole “tutto è uno” (ἕν τὸ πᾶν , hen to pān) concetto che si ricollega all'ermetismo.

Stefano di Alessandria scrisse un'opera intitolata De Chrysopoeia.

Chrysopoeia è anche il titolo di una poesia del 1515 di Giovanni Aurelio Augurelli.

  1. ^ (EN) Stanton J. Linden (a cura di), The Alchemy Reader, 28 agosto 2003, DOI:10.1017/cbo9781107050846. URL consultato il 14 dicembre 2023.
  2. ^ (ES) O Daly, Okasha (janeiro de 2013). Egiptologia: O Milênio Desaparecido, Egito Antigo em Escritos Árabes Medievais . Londres: University College London Press..

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search